Davoli Scarabeo

Quando ho visto per la prima volta la Scarabeo sono rimasto veramente stupito. Mi sono chiesto come poteva essere nata l’idea di una chitarra così strana nelle forme e nei contenuti. In effetti, il mitico Wandrè di certo non scherzava nelle forme e osava spingersi a limiti forse oggi improponibili.

Per chi non avesse letto l’articolo sulla Smeraldo, ricordo che Wandrè (Antonio Pioli nato a Cavriago il 6 giugno del 1926 e morto nell'agosto del 2004) fu il primo al mondo a costruire chitarre con manici e palette in alluminio.
Certo con questo materiale ci si poteva sbizzarrire in forme irraggiungibili utilizzando esclusivamente legno. Dopo la collaborazione con i fratelli Meazzi, Wandrè passò a Davoli, fondata da Athos, dotato di ottime conoscenze elettroniche.

Aveva lavorato a soli diciassette anni sui sistemi di comunicazione degli aerei militari e, finita la guerra, aveva utilizzato le sue grandi conoscenze per fondare un’azienda produttrice di amplificatori e strumenti musicali. Nel 1957 a Parma nasce la Krundaal Davoli.
L'azienda raggiunge il suo massimo sviluppo dal 1969 al 1972 quando impiega ben 220 tra operai, tecnici e amministrativi. In quegli anni nasce anche il Davolisint (mini sintetizzatore brevettato a due oscillatori), che viene distribuito con successo negli Stati Uniti e in Australia.

Torniamo però alla Scarabeo, chitarra che non ho per ora potuto provare fisicamente ma solo vedere nelle tante foto grazie a Fbass e ai collezionisti in giro per il mondo.

nteressante la costruzione del corpo che sembra doppio, con la parte più piccola a forma di apriscatole. Tastiera a venti tasti in palissandro, i classici humbucker Davoli e la paletta volutamente enorme per cercare la forma dello scarabeo.
Leva vibrato generosa e al fulcro una grande lettera W.
Un solo tono, un solo volume e due interruttori per inserire i pickup. Non mi prolungo oltre poiché le foto parlano da sole. Un grande genio italiano.

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